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Polli e Galline Ruspanti

Un grande problematica del 2023 sono gli allevamenti intensivi di pollame. L’allevamento tradizionale e naturale, è quello che avviene in aperta campagna, che consente a polli e galline di razzolare liberamente nei prati e di trovare un ambiente naturale ed equilibrato sia per il clima, perché possono usufruire del sole e delle zone d’ombra degli alberi, che per le biodiversità di erbe, frutta e insetti che possono reperire naturalmente per alimentarsi, nonché dei piccoli sassolini di cui si possono cibare istintivamente per migliorare l’assimilazione degli alimenti e favorirne la digestione.

Gli allevamenti intensivi sono invece purtroppo in capannoni senza finestre in cui si ha una densità molto alta di migliaia di polli in spazi di circa 20 polli per metro cubo che, privi di ogni stimolo, hanno rapida crescita muscolare, per raggiungere la giusta consistenza in un periodo che può andare dai 27 ai 60 gg d’età per gli allevamenti convenzionali e dai 60 agli 80 gg d’età per gli allevamenti biologici industriali.

I problemi di salute rappresentano la loro vita quotidiana e la mancanza di movimento non gli consente un corretto sviluppo osseo, causandogli anche problemi di deformazione che spesso gli provocano paralisi alle zampe tanto da non riuscire a raggiungere gli abbeveratoi e le mangiatoie, fino a morire di stenti anche per le sofferenze enormi provocate anche da malattie cardiovascolari e respiratorie per la non equilibrata crescita di cuore e polmoni rispetto alla muscolatura della restante parte del corpo. Ne conseguono anche delle scarse condizioni igieniche in cui vivono, causa di infezioni che, per evitare di perdere l’intero allevamento di pollame, si fronteggiano solitamente con la somministrazione profilassica di antibiotici.

Nelle aziende con metodo di coltivazione biologico, che esclude l’impiego di pesticidi, diserbanti e fertilizzanti chimici, anche la produzione di cereali utilizzati come foraggi integrativi, è rispettosa dell’ambiente e della salute, sia degli animali che dell’uomo, e rispetta il naturale accrescimento di questi piccoli animali della fattoria.

Qui possono vivere fino al momento della macellazione che, per le aziende tradizionali biologiche, avviene intorno ai 120-180 gg d’età, nel massimo rispetto dell’animale e per poter assicurare all’uomo che se ne nutre una carne della giusta consistenza, piena di nutrienti e che mantiene la consistenza durante la cottura.

Solo una forte sensibilizzazione e una collaborazione dell’uomo con la natura può farci migliorare il modo di mangiare e di nutrirci, non necessariamente approfittando e maltrattando questi piccoli animali, che l’ingente aumento di produzione conseguente all’aumentata richiesta, toglie e annulla qualsiasi forma di sensibilità e rispetto, sia per loro ma anche per noi e per l’ambiente in cui viviamo.